Letteratura ambulante
Wednesday 30 September 2009
Leggevo stamattina che in questi giorni a Padova c’è Patrik Ourednik, autore, oltre al resto, di uno dei libri che secondo me è uno di quei libri che rimarranno nel tempo, un libro che si chiama Europeana. Io inviterei tutti ad andarci, anche se, una volta che c’era un incontro con Ourednik, ero molto combattuto, perché se da un lato mi sarebbe molto piaciuto incontrare Ourednik, dall’altro mi aveva sempre dato l’impressione di essere uno stronzo. Mentre lo raccontavo ai suoi editori italiani (una piccola casa editrice palermitana che si chiama :duepunti), gli dicevo che invece poi, a parlarci, Ourednik si è dimostrato disponibile, simpatico, e per niente stronzo. Loro mi han detto che, secondo loro, è meglio non fidarsi troppo delle seconde impressioni.
Sabato scorso mi è arrivata una busta, dentro c’era un libro, e dentro il libro c’era un foglio di carta intestata, diceva Università degli Studi di Roma – Tor Vergata, e sul biglietto c’era scritto Se non le piace questo libro, Lei non capisce niente di fisica. Ecco adesso questo libro, che è un libretto piccolino che si chiama Einstein’s dreams di Alan Lightman, ce l’ho sul tavolo della cucina da sabato scorso, non so se iniziarlo o no, lo guardo un po’ in tralice, mi mette un po’ di, come si dice, ansia da prestazione.
Venerdì sera son stato a una lettura pubblica di Guido Catalano. Poi, andando alla macchina, che sarà stata parcheggiata duecento metri più in là, ho sbattuto contro un palo. Dopo una cinquantina di metri, ho sbattuto contro un altro palo. Volevo raccontare della lettura di Catalano, ma poi tutto quello che mi ricordo di quella sera lì è che mi sembra di non aver fatto altro che sbatter contro dei pali.
Poi, una cosa che volevo dire, è che se ai Macchianera Blog Awards votate per qualcun altro, non dico di votare me o Spinoza, ma se votate per qualcun altro, ve lo siete meritato, Berlusconi.